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Sant’Eufemia ricorda i suoi artisti, 2003

Con una Mostra allestita nella palazzina della Circoscrizione, abbiamo ricordato gli artisti scomparsi di Sant’Eufemia.
Inaugurata il 22 novembre scorso e aperta al pubblico per l’intera settimana successiva, la Mostra è stata frequentata da numerosi visitatori.

Come ha scritto Licia Gorlani nell’Introduzione del catalogo, “la bellezza e la creatività della ricerca artistica è passata anche per Sant’Eufemia”. Il nostro lavoro è stato teso a rendere visibile e concretamente tangibile l’affermazione sopra riportata, lungo un percorso espositivo che ha raccolto, per la prima volta insieme, più di quaranta opere di dieci artisti nostri concittadini.

La Mostra comprendeva una sezione dedicata a pittori e scultori. Erano esposte opere di Francesco Mainetti, Carlo Imperatori, Daniele Forlini, Mario Squassina, Mario Pescatori, Pietro Albini, Alfredo Loschiavo e Gian Pietro Aiardi.

Una specifica sezione della Mostra era dedicata ai fratelli Faustino e Pietro Anderloni, raffinati incisori vissuti tra il XVIII e il XIX secolo. Le loro opere sono conosciute in tutto il mondo, tant’è che ai fratelli Anderloni è dedicato un capitolo del volume di Giuseppe Losio “Glorie bresciane, esposte ai giovinetti e al popolo”, pubblicato a Brescia nel 1887.
La lettura di questo testo, affidata agli attori Maria Antonietta Belotti e Luciano Bertoli, è stata proposta lunedì 24 novembre, nel salone dell’Oratorio di via Indipendenza, nel corso di una serata dedicata a tutte le persone che hanno prestato le opere esposte in Mostra.

In quella stessa serata, dopo la lettura dell’elogio dedicato agli Anderloni, il «Quartetto Bizzarria» e il soprano Nadia Engheben hanno proposto alcuni brani musicali, particolarmente apprezzati dal pubblico presente.

mostra_artistiscomparsi_2003 

L’arte a S. Eufemia

 Per un pittore dipingere vuol dire partecipare, non assistere; vuol dire rendere visibile, non imitare il visibile. Il quadro è autofigurativo perché nel momento in cui si forma, le cose si formano con esso. Se la parola è una significazione di senso, strutturata e complessa, la pittura è più immediata, più spontanea, silenziosa. È  la ricerca di un mondo nuovo, inedito. Il pittore, l’artista in genere, scriveva Rimbaud  “è un ladro di fuoco che ha l’incarico dell’umanità di far sentire, palpare, ascoltare le sue invenzioni. Se ciò che riporta di laggiù ha forma, egli dà forma; se è informe, egli dà l’informe”.

La bellezza e la creatività della ricerca artistica è passata anche per S. Eufemia. A testimoniare la presenza di artisti di casa nostra si è dedicato il gruppo “Amici dell’Arte” che ci ha regalato una emozionante passeggiata a colori, un racconto per immagini: dieci  sono i ritratti di pittori noti e meno noti che si incrociano con la storia del quartiere e della città, che si specchiano in una dinamica nella quale rimbalzano tempi e spazi lontani.

Ciascuna presentazione contiene le riproduzioni a colori dei dipinti più importanti dell’artista, oltre ai dati essenziali per la comprensione dell’opera: ogni ritratto rivive poi nella descrizione dell’ambiente o dei personaggi che hanno ispirato l’artista.

Per primo si incontra Francesco Mainetti,  talento precoce che sin da bambino ha sentito urgergli dentro la necessità dell’arte: ha realizzato numerose le statue in legno, in gesso, (modelli per statue in marmo), in terracotta; forme che definiscono spazi e rievocano il passato.

Quindi,  Pietro Albini, amante della natura, che intreccia con la tradizione un sottile filo nascosto: la sua pittura è una concentrazione attenta, sapiente, pervasa di spiritualità.

Daniele Forlini, la cui produzione pittorica, carica di pathos, soprattutto nelle opere d’arte sacra, è stigma ad alto potenziale espressivo.

Segue Gian Pietro Aiardi che con la sua arte invita il visitatore a svestirsi dei suoi schemi mentali  per assumere un atteggiamento simile a quello di un bambino di fronte a un mondo che va schiudendosi; e non solo per via delle proporzioni tra sé e gli oggetti osservati, ma per il modo avvolgente e diretto cui queste opere si appellano ai ricordi. Come accade esplicitamente anche  nelle  tele di Mario Squassina: quadri nutriti di colori intensi che si espandono in pennellate morbide, dove si percepisce sete d’infinito.

Di Alfredo Loschiavo vengono proposti, nell’energia del colore, quadri di vita quotidiana e scorci della città, nella suggestione di spazi dentro nel tempo e nella storia.

A interessare Carlo Imperatori è il gran libro della natura: camminando in mezzo a prati verdi o nelle strade del borgo, ci si ritrova senza accorgersene a S. Eufemia; particolare è il dipinto della Chiesa di San Giacinto.  E poi c’è Mario Pescatori che introduce il tema intimista, legato a paesaggi interpretati da una vibrante pennellata, in una fusione di armonia e musicalità;

e infine, tra il ‘700 e l’800, i  fratelli Anderloni Faustino e Pietro che nel gusto dei sentimenti testimoniano i caratteri della pittura romantica.

Stati d’animo, confini, ritratti, identità, affetti, geografie, favole e sogni sono i temi delle opere di questi artisti che con passione hanno reinterpretato il mondo visibile ed evocato mondi ideali: uno spaccato fortemente denso di dettagli,  legato alle realtà locali, e alle specifiche vocazioni di ognuno che ha contribuito e contribuisce a far crescere l’amore per l’arte.

 Licia Gorlani Gardoni 

IMMAGINI DAL CATALOGO DELLA MOSTRA

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